Esquisito

Asparagi: ricchi di vitamine e sali minerali

Nei primi giorni di settembre del 1728 l’imperatore Carlo VI onorò Gorizia della sua visita, accompagnato da molti principi e da distinti cavalieri. Il viaggio del sovrano nelle provincie italiane del suo impero era atteso da tempo, tanto che Antonio Dall’Agata, alcuni mesi prima, “per l’aspettato arrivo dell’Augustissimo Imperator” pubblicò a Venezia l’operetta “Gorizia in Giubilo”. Descrivendo il suo viaggio verso il capoluogo isontino, attraverso Cormòns e la pianura del Preval, passava accanto a «Spessa di Casa Turriana» ovvero quel castello che mezzo secolo più tardi ospiterà durante le vendemmie Giacomo Casanova. Dall’Agata continuava poi con una gustosa descrizione dei prodotti delle circostanti «colline delicate, e potenti» e oltre al vino gli altri prodotti che lo avevano colpito erano meloni, insalate, ravanelli, capuzzi ed asparagi. Ebbene sì. Forse questa del 1728 è una delle prime citazioni dell’asparago bianco friulano, quello che scientificamente si chiama Asparagus officinalis. È un ortaggio dal sapore raffinato e delicato, che annuncia il risveglio della natura ed il ritorno della primavera, stagione in cui si sviluppa il germoglio, chiamato turione, cioè la parte commestibile. Gli asparagi friulani bianchi sono caratteristici per avere il turione completamente bianco, appunto, e non fibroso, sono di dimensioni abbastanza grandi e risultano ottimi abbinati ad un calice di vino Friulano, l’ex Tocai. Hanno un elevato valore nutrizionale, sono ricchi di vitamine e sali minerali. Pensate che questi asparagi erano talmente apprezzati da essere stati inseriti, insieme ad altri prodotti di pregio, in uno dei documenti annessi all’Armistizio di Cormòns (1866). Fu l’atto che mise fine alle ostilità della Terza Guerra d’Indipendenza, cui fece seguito la Pace di Vienna e il passaggio dall’Austria-Ungheria al Regno d’Italia del Friuli e del Lombardo-Veneto. Per l’esattezza, ad essere citati nel documento furono gli asparagi bianchi di Sant’Andrea di Gorizia. Una cittadina bagnata dal fiume Isonzo e teatro di sanguinose battaglie durante la Prima Guerra mondiale. Dominata da un suggestivo castello, è ricca di viali alberati e di belle ville costruite a cavallo fra ‘800 e ‘900, quando era stata definita dal barone Czoernig la “Nizza austriaca” per il suo clima mite. Lo stesso scrittore, nel 1873, narra che fu «per merito di una recluta, che trovandosi di guarnigione a Vienna, si ebbe allora il caso di conoscere gli alti prezzi che avevano lassù gli asparagi primaticci. Ritornato a casa lo disse ai suoi compaesani i quali si videro spinti ad estendere la coltivazione».

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